Circa 170 persone presenti all’Auditorium della Parrocchia Mater Ecclesiae di Palermo lo scorso 30 ottobre 2025, per assistere a un evento che ha saputo intrecciare letteratura e teatro attorno a uno dei temi più universali e attuali: la solitudine. L’iniziativa, inserita nel ricco calendario di Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025, è stata promossa da Telefono Amico Palermo con il supporto del CeSVoP e la collaborazione di UTLE – Università Europea del Tempo Libero e dell’associazione ComeUnaMarea Onlus.

Il Concorso letterario: quando la solitudine trova le parole

La serata si è aperta con la premiazione del Concorso letterario “Racconti di Solitudine”, nato dall’impegno quotidiano di Telefono Amico Palermo nell’ascolto e nel supporto emotivo di chi vive situazioni di disagio emozionale.

L’iniziativa ha voluto dare voce a esperienze, riflessioni e narrazioni che affrontano questo tema nelle sue molteplici forme.

Oltre 40 opere letterarie provenienti da tutto il territorio nazionale sono state valutate da una commissione di 16 giurati dell’associazione ComeUnaMarea Onlus.

Il primo premio è andato al racconto “Tre ombre, una sola stanza”, premiato “per aver raccontato con una scrittura suggestiva ed elegante, come tre solitudini possano dissolversi intrecciandosi tra di loro“.

Nel messaggio inviato alla Giuria, la giovane autrice ha scritto parole toccanti: “Io penso che la solitudine è una stanza che tutti, prima o poi, impariamo ad abitare. A volte la scegliamo, altre volte ci sorprende senza preavviso, ma ciò che spesso dimentichiamo è che la solitudine non è solo assenza: è anche spazio, ascolto, possibilità“.

Nel suo racconto ha narrato la vita di tre persone che abitano nella stessa città ma percorrono strade di solitudine differenti, le cui vite si sfiorano senza incontrarsi, finché la scrittura le riunisce. “Un semplice corso di scrittura creativa diventa per loro un rifugio, un luogo dove le parole non servono solo a raccontare, ma a riconoscersi. E così scoprono che la solitudine non si supera fuggendola, ma condividendola, perché quando il silenzio trova un altro silenzio disposto ad ascoltarlo, smette di fare paura“.

Il secondo posto è stato assegnato al racconto “Solo io”, premiato “per avere narrato in modo emotivamente coinvolgente la storia di chi ha perso i ricordi e sa di esistere ma di essere solo“.

Il terzo posto è andato a “Curriculum sentimentale”, premiato “per avere con un racconto agile e raffinato, descritto come la disumanizzazione del lavoro possa essere sconfitta“.

Lo spettacolo teatrale: un ventaglio di solitudini

Dopo la premiazione, è seguita la rappresentazione teatrale “Noi non siamo quelli che tolgono i recinti dal cielo”, scritta e diretta da Franco Carollo. Lo spettacolo, recitato dal gruppo UTLE “per un teatro d’impegno civile”, ha proposto una serie di quadri vibranti rappresentando un “ventaglio di solitudini”, ciascuno capace di raccontare una diversa declinazione del sentirsi soli.

Il regista ha saputo restituire poeticamente la vera essenza di un Centro d’ascolto come Telefono Amico: un luogo dove le voci silenziose trovano finalmente spazio, dove l’ascolto diventa un luogo in cui la solitudine non è solo isolamento, ma possibilità di relazione e di rinascita.

Una giornata densa di emozioni e riflessioni, dove letteratura e teatro si sono intrecciati per raccontare le molte sfaccettature di un tema universale: la solitudine, intesa non solo come mancanza, ma come spazio in cui riscoprire l’altro e se stessi.

L’evento ha testimonia come Telefono Amico Palermo, attraverso il suo impegno quotidiano nell’ascolto, riesca a dare voce a ciò che spesso non si dice, creando occasioni in cui ognuno può ritrovare la propria solitudine riconciliata con quella degli altri.

In fondo, letteratura e teatro hanno fatto ciò che sanno fare meglio: trasformare il silenzio in dialogo, l’isolamento in presenza, la solitudine in possibilità di rinascita.