Il 4 luglio 2025, Villa Castelnuovo ha fatto da cornice a un evento teatrale che ha saputo coniugare arte, inclusione sociale e devozione religiosa. “0, 12, 400 Rosalie”, questo il titolo della performance che ha celebrato i quattro secoli dal ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia attraverso uno sguardo contemporaneo sulla società palermitana.
La Compagnia Instabile: Quando il Teatro Diventa Terapia
Al centro della scena, la Compagnia Instabile, realtà teatrale nata nel 2012 dall’iniziativa delle associazioni Pensiamo In Positivo e Mentelibera, in collaborazione con il CeSVoP. Ventotto attori, persone che vivono esperienze di sofferenza mentale, hanno dato vita a uno spettacolo che racconta la devozione alla “Santuzza” attraverso la quotidianità contemporanea, mostrando come la fede popolare e la speranza appartengano a tutti, specialmente ai più fragili.









Il progetto nasce da un laboratorio annuale che offre un servizio aggiuntivo alle persone seguite dai Servizi per la Salute Mentale dell’ASP. Non si tratta solo di teatro, ma di un vero e proprio percorso di crescita personale e sociale.
Il Potere Trasformativo della Scena
Roberta Zottino, esperta di teatroterapia, presidente di Pensiamo In Positivo e regista dello spettacolo, spiega l’importanza di questa esperienza: per gli attori della Compagnia Instabile, il palcoscenico rappresenta molto più di un semplice spazio di rappresentazione. È un’opportunità per uscire dai propri contesti abituali, lavorare sull’autostima e confrontarsi con lo stigma sociale che ancora oggi grava sulle persone con disturbi mentali.
“La parola ‘pazzo’ per loro pesa più di quanto possa pesare per qualsiasi altra persona”, osserva Zottino. Il teatro diventa così strumento di riscatto, momento di svago, condivisione e integrazione. L’approccio della compagnia privilegia l’autenticità: non si lavora sulla tecnica teatrale tradizionale, ma sulla spontaneità, sulla creatività, sull’essere se stessi.
L’Emozione del Pubblico e degli Attori
L’entusiasmo del pubblico presente a Villa Castelnuovo ha confermato il valore dell’iniziativa. Alessandro, uno degli attori, si è definito “adrenalinico e felice” dopo l’esibizione, mentre Salvatore ha apprezzato particolarmente “il pubblico caloroso”. Maria Rita, che ha interpretato il ruolo di Rosalia, ha raccontato l’intensità emotiva dell’esperienza: “Una carica emotiva molto emozionante. Sono riuscita a fare anche molto meglio dell’altra volta!”
Un Cast che Rappresenta la Diversità
In scena hanno recitato venti attori della Compagnia Instabile, supportati da diciotto operatori. La regia è stata affidata a Roberta Zottino con l’aiuto regia di Anna Maria Parissi, che ha curato anche i testi insieme alla regista. La scenografia è stata realizzata da Zottino e Salvatore Canè, mentre i costumi sono stati curati da Anna Maria Parissi. La collaborazione musicale è stata garantita dai volontari Valentina Grizio, Antonella Romana, Domenico Miceli e Luana D’Amato.
Un Anniversario nel Segno dell’Inclusione
L’evento si inserisce perfettamente nelle celebrazioni per i 400 anni del ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia, ma lo fa con un approccio innovativo che mette al centro le persone più vulnerabili. Il teatro diventa ponte tra sacro e profano, tra tradizione e contemporaneità, dimostrando come la figura di Santa Rosalia sia davvero “di tutti, senza distinzioni né esclusioni”.
L’iniziativa rientra inoltre nel programma di Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025, rafforzando l’immagine di una città che fa dell’inclusione e della solidarietà i propri valori fondanti. Come sottolinea Zottino: “Questo spettacolo rappresenta perfettamente la missione del volontariato: utilizzare l’arte come strumento di inclusione sociale e dare dignità e voce a chi spesso rimane nell’ombra”.
L’Opera Pia Castelnuovo, attraverso questa collaborazione, conferma il proprio impegno verso le fasce più fragili della popolazione, promuovendo il valore dell’inclusione sociale attraverso l’arte teatrale.
“0, 12, 400 Rosalie” è la dimostrazione concreta di come l’arte possa essere strumento di integrazione sociale e di come la cultura popolare religiosa possa abbracciare tutti, senza escludere nessuno.
In un momento storico in cui le divisioni sembrano prevalere, questa esperienza teatrale offre un esempio luminoso di come la bellezza e l’inclusione possano camminare insieme, creando ponti là dove spesso si alzano muri.