Per due giorni, l’8 e il 9 novembre, Piazza Costanzo Barbarino si è trasformata in un laboratorio di solidarietà a cielo aperto. L’iniziativa “Vedo, sento, agisco”, promossa dalla Biblioteca sociale CASA TULIME nell’ambito di Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025, ha dimostrato come il volontariato organizzato possa essere motore di cambiamento sociale e testimonianza concreta di pace.
L’iniziativa, facilitata dal CeSVoP, si inserisce nelle attività del tavolo di co-progettazione della IV Circoscrizione, è espressione del dialogo tra cittadini, associazioni e istituzioni, finalizzato a un comune rinnovamento.
L’energia che ha animato Piazza Costanzo Barbarino non è nata per caso. Per oltre dieci giorni, decine di volontari hanno lavorato instancabilmente alla preparazione dell’evento: decorazioni, allestimenti, laboratori con i bambini, prove di danza e canto. Questo tempo dedicato, spesso invisibile, racconta la vera natura del volontariato nel suo impegno costante, organizzazione, cura dei dettagli.






I volontari hanno colorato la piazza con giochi di strada e installazioni che hanno trasformato lo spazio urbano in un luogo di incontro e dialogo.
Due gli allestimenti principali che hanno accolto cittadini, famiglie e bambini:
- “Barchette per tracciare nuove rotte”: centinaia di barchette di carta colorata realizzate nei giorni precedenti da bambini e volontari, ognuna con un messaggio speciale sull’accoglienza e il rispetto. Un simbolo potente di speranza e di attraversamenti possibili, che ha coinvolto diverse associazioni in un gesto creativo collettivo.
- “Trame e intrecci per la Palestina”: manufatti all’uncinetto e a punto croce con i simboli della Palestina, coordinati dall’associazione DAZEROACENTO. Una raccolta fondi destinata all’ospedale AL-AWDA nel nord di Gaza, gestita dalla “Comunità palestinese – Voci nel Silenzio”. Ogni trama intrecciata rappresentava un gesto di solidarietà concreta, un ponte tra Palermo e chi vive il dramma della guerra.










Particolarmente toccanti sono state le performance preparate nei giorni precedenti e presentate durante l’evento. Il Flash Mob Dabkeh, danza tradizionale palestinese guidata dal ballerino Adel Alafifi, e la performance di canto “Yamma Mweil il Hawa” – canto tradizionale che parla di chi ha dovuto lasciare i propri affetti senza cedere alla rassegnazione – hanno offerto ai palermitani un momento di bellezza e di testimonianza culturale.
Un atto politico nel senso più alto del termine: affermare, attraverso la cultura, il diritto all’esistenza, alla memoria, alla dignità di un popolo. E farlo in una piazza pubblica, con il linguaggio universale della danza e del canto, ha reso accessibile a tutti un messaggio di pace e resistenza pacifica.
Il gran finale: il cuore in comodato d’uso
Domenica 9 novembre, dopo una mattinata di laboratori e incontri, l’evento si è concluso con il monologo di Roberto Ardizzone “Il cuore in comodato d’uso”. Un finale che ha saputo raccogliere il senso profondo di queste due giornate: il volontariato come prestito del proprio cuore, delle proprie energie, del proprio tempo alla comunità e a chi ha più bisogno.
