Si è svolto il 4 luglio 2025 nella prestigiosa Sala Petrucci di Palazzo Ziino l’evento “Spazio ai beni comuni: strumenti e pratiche per prendersi cura di comunità e territorio”, un appuntamento significativo del calendario di Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025.

L’iniziativa, organizzata da Sguardi Urbani insieme a neu [nòi], Teatro Atlante e Idea e Azione, con il sostegno dell’Assessorato alla Rigenerazione Urbana del Comune di Palermo, Cesvop e Labsus, si inserisce nel progetto europeo New Inherit, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Creative Europe.

Un cambio culturale che viene da lontano

“Oggi per il Cesvop è una giornata molto importante, perché si realizza un cambio culturale che abbiamo iniziato molti anni fa”, ha dichiarato Giuditta Petrillo, presidente del Cesvop, esprimendo la propria soddisfazione nel vedere concretizzato un lavoro frutto di un percorso durato diversi anni. “La nostra realtà facilita le aggregazioni attraverso il volontariato e la cittadinanza attiva che è la base fondamentale per prendersi cura dei beni comuni”, ha aggiunto.

L’assessore alle Politiche sociali, Mimma Calabrò, ha sottolineato l’impegno delle associazioni del terzo settore nelle periferie in collaborazione con le istituzioni, evidenziando la necessità di “vedere la città come una unica entità da vivere nella gestione collettiva degli spazi”. “Ciò è fondamentale per l’integrazione sociale che spesso viene a mancare”, ha precisato.

Sciacca: un modello da seguire

Durante l’evento è emerso il caso virtuoso di Sciacca, raccontato dall’assessore alle politiche sociali Agnese Sinagra. La cittadina siciliana si è dimostrata “pioniera” nello sperimentare già nel 2016 il “regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e rigenerazione dei beni comuni urbani”, dando vita alla gestione della “casa del volontariato”, diventata un punto di riferimento per le realtà che si occupano della cura della persona e del bene comune.

“Grazie al nostro supporto, la Casa del volontariato è diventata una realtà, frutto di un patto di collaborazione gestito dal comune e gruppo di associazioni che fanno parte del mondo del volontariato”, ha evidenziato Giuditta Petrillo. L’esperienza ha ricevuto anche un riconoscimento al Festival dell’amministrazione condivisa dei beni comuni, tenutosi ad Assisi lo scorso marzo.

Verso una nuova stagione di partecipazione

“I cambiamenti culturali richiedono necessariamente tempo: non si può pensare di modificare in poco tempo il pensiero dei cittadini”, ha osservato Michelangelo Pavia di neu [nòi]. “Tuttavia, momenti come questo, che sono insieme informativi e collaborativi su strumenti come il Regolamento dei beni comuni, rappresentano un’opportunità concreta di sviluppo”.

Pavia ha sottolineato come l’informazione possa generare “un effetto a catena: informare altri cittadini, spingerli a leggere il regolamento e fare pressione sull’amministrazione”, definendo questa fase come “l’inizio di una nuova stagione”.

La Casa della Partecipazione: un laboratorio nel cuore della Kalsa

Nel pomeriggio, la Casa della Partecipazione in via Alloro 95, nel cuore del quartiere Kalsa, ha ospitato un confronto sui bisogni del territorio e sull’uso degli spazi, con la partecipazione di realtà che operano nel quartiere e residenti. L’iniziativa nasce dalla recente approvazione del patto di collaborazione tra il Comune di Palermo e le associazioni Idea e Azione, neu[nòi], Sguardi Urbani e Teatro Atlante per la gestione dello spazio dell’ex Museo della Scuola di via Alloro.

“Il progetto europeo ‘New Inherit’, finanziato da Europa Creativa, ha come obiettivo la promozione di buone pratiche di rigenerazione urbana nei territori in cui operano i partner del progetto: Palermo, Berlino, Murcia e Sofia”, ha spiegato Luisa Tuttolomondo di Sguardi Urbani. “In quanto partner, insieme a neu [nòi], abbiamo scelto di convogliare le attività partecipative previste all’interno di un processo già attivato dal basso, quello che ha portato alla firma del patto di collaborazione per la Casa della Partecipazione”.

Un modello innovativo per la città

Si tratta del primo patto che riguarda l’affidamento di un immobile, “un’esperienza nuova, alla quale aderiamo con convinzione, perché vogliamo contribuire a sdoganare questa pratica”, ha precisato Tuttolomondo. “Come si è visto anche dal dibattito di oggi, è ancora qualcosa di nuovo, che per essere diffuso ha bisogno di essere sperimentato. Questo è il nostro intento: siamo in formazione, insieme all’amministrazione, dentro un percorso condiviso che unisce partecipazione e rigenerazione”.

L’assessore alla Rigenerazione Urbana, Maurizio Carta, tra i supporter della Casa della Partecipazione, ha ribadito l’importanza del contributo dei cittadini per il piano urbanistico generale, “che a sua volta è contenitore sia dei patti di collaborazione che degli usi temporanei dei beni, che possono essere autorizzati tramite richiesta in apposita piattaforma”.

La Casa della Partecipazione ambisce a diventare un motore di iniziative di cittadinanza attiva nel quartiere Kalsa, configurandosi come luogo inclusivo aperto alle associazioni e ai cittadini, rappresentando un modello concreto di come la collaborazione tra istituzioni e società civile possa generare nuove forme di cura e rigenerazione urbana.

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